Sotto il peso delle tasse: lavoro, privatizzazioni e illusioni perdute.

Pubblicato il 8 marzo 2024 alle ore 16:02

Nell'epicentro di questa controversia, si staglia una realtà amara e talvolta soffocante: il labirinto intricato delle tasse e delle trattenute. Una morsa che avvolge il lavoratore, stritolandone i frutti del proprio sforzo, lasciandone solo briciole di un guadagno illusorio. Un guadagno, si potrebbe dire, ridotto all'osso, se non fosse che l'osso stesso è stato spogliato di ogni sostanza.

Ciò che un tempo costituiva il tessuto connettivo della società, oggi sembra un lontano ricordo, un'eco sbiadita di un passato dorato. La sanità, un tempo baluardo di equità, è divenuta terra di conquista per i privati, dove l'accesso rapido e dignitoso è un privilegio riservato a pochi eletti. L'istruzione, ombra di sé stessa, trascina il suo fardello di malcontento e disillusione, mentre l'odore acre dei rifiuti pervade l'aria, testimone silente di una gestione disastrosa e un profitto senza scrupoli.

L'energia, il gas, le strade e le autostrade, trasformati in terre di conquista per il capitale, s'inchinano al sacro altare del lucro, lasciando il cittadino a pagare il dazio di una privatizzazione senza freni né controlli. E l'acqua, ancora appesa alla corda dell'incertezza, attende il proprio destino, incerto e minaccioso.

Eppure, anche in mezzo a questa tempesta di disagio, emergono le tasse, gli oneri, le imposizioni che continuano a strangolare il cittadino. Il canone RAI, il bollo auto, l'IMU casa, l'IVA a due cifre che pesa come un macigno su ogni acquisto, sono solo alcune delle spine che punteggiano il cammino del cittadino, rendendo ogni passo un supplizio.

Ma il vero dramma, il vero tradimento, risiede nella vendita di un'illusione: quella dei 1200€ che, come una promessa irraggiungibile, si dissolvono nel nulla, lasciando dietro di sé solo vuoto e disperazione. E mentre i politici e i media continuano a dipingere una realtà distorta, a inventare problemi fittizi per nascondere quelli veri, è giunto il momento di aprire gli occhi e riconoscere la triste verità: non siamo uomini liberi, siamo prigionieri di un sistema che ci opprime e ci soffoca, rubandoci persino il diritto di sognare un futuro migliore.

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