
La recente approvazione della direttiva europea sull'efficientamento energetico degli edifici, comunemente nota come direttiva "case green", segna un capitolo cruciale nel panorama legislativo. È il risultato di una lunga e travagliata battaglia, durante la quale la voce della Confedilizia si è levata con vigore, ottenendo, almeno in parte, un mitigamento delle disposizioni più onerose per il risparmio degli italiani. Tuttavia, non possiamo ignorare che il testo finale si prospetta ambizioso, con obiettivi finali che sfidano la realizzabilità pratica, specialmente considerando le peculiarità del nostro patrimonio immobiliare e la situazione dei suoi detentori, spesso piccoli proprietari riuniti in condominio.
Ora spetta ai governi, compreso quello italiano, il compito di tradurre queste direttive in leggi nazionali. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che il contesto italiano presenta sfide uniche, che richiedono una distribuzione equilibrata degli interventi nel tempo e un sostegno economico e fiscale adeguato. Non possiamo dimenticare che, per noi, il miglioramento sismico degli edifici è una priorità inderogabile, una necessità che va di pari passo con qualsiasi iniziativa volta all'efficienza energetica.
Ma chi sono coloro che hanno voluto questa direttiva? Chi sono coloro che l'hanno plasmata e spinta attraverso i meandri della burocrazia europea? Questo è un interrogativo che merita attenzione. Forse sono coloro che guardano al futuro con un occhio attento alle sfide ambientali e alla sostenibilità. O forse sono coloro che vedono nel cambiamento una possibilità di crescita economica e di sviluppo tecnologico.
Tuttavia, non possiamo ignorare le voci dissonanti, coloro che si oppongono a questa direttiva e alle sue implicazioni. È legittimo interrogarsi su come ci si possa opporre e quali siano i margini di manovra per farlo. Forse attraverso la politica, attraverso la mobilitazione sociale o attraverso azioni legali.
In conclusione, la direttiva "case green" rappresenta una svolta importante nel cammino verso una società più sostenibile ed ecologicamente consapevole. Tuttavia, il suo successo dipenderà dalla capacità di adattarla alle specificità del contesto italiano e di garantire che i suoi benefici siano equamente distribuiti tra tutti i cittadini, compresi i piccoli proprietari di case.
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