
In questo nostro paese, terra baciata dal sole e solcata dal vento della storia, si produce, anno dopo anno, un diluvio di bottiglie di plastica. Una marea che non conosce argini, che travolge ogni buon proposito di sostenibilità. Sono ben 13 miliardi, le cifre lo sanciscono con crudezza, 13 miliardi di bottiglie di plastica che invadono il nostro quotidiano, che si accumulano nei nostri mari, che si insinuano perfino nel tessuto stesso della nostra terra.
Ma c'è di più, c'è un'altra cifra, più oscura e inquietante delle altre. 7 miliardi, 7 miliardi di quelle stesse bottiglie che, una volta vuote e abbandonate, non trovano una via di redenzione, una strada verso il riciclo. È come se, dopo averne tratto il succo della vita, le abbandonassimo al loro destino, senza pietà né rimpianti. Solo un misero 5% di quel PET riciclato ha il privilegio di essere riconvertito in nuove bottiglie, mentre il resto, il grosso, resta lì, in balia degli eventi, a inquinare il nostro mondo con la sua presenza indesiderata.
Eppure, ironia delle ironie, l'acqua che sgorga limpida dalle nostre fonti è considerata di alta qualità, un vero dono della natura. Ma noi, ostinatamente, continuiamo a relegarla in bottiglie di plastica, come se la sua purezza intrinseca non bastasse a renderla degna di essere bevuta. Così facendo, alimentiamo un circolo vizioso, una spirale discendente verso l'autodistruzione ambientale.
E che dire della catena di produzione, di quella catena che dalla fabbricazione all'imbottigliamento, dal trasporto alla distribuzione, genera un'infernale sfilza di emissioni nocive? Un'industria che si nutre della nostra sete, ma che ci restituisce solo veleno, avvelenando l'aria che respiriamo e il suolo che calpestiamo.
Ma c'è speranza, sempre c'è speranza. Scegliendo di abbracciare la semplice virtù della borraccia, possiamo compiere un gesto rivoluzionario. Un gesto che non solo ci libera dall'inganno della plastica, ma che ci restituisce la dignità di essere custodi responsabili del nostro pianeta. Riduciamo l'estrazione del petrolio, alleviamo il peso della produzione di plastica, alleviamo il carico delle emissioni di CO2, alleviamo il peso del trasporto e, soprattutto, alleviamo il nostro peso sulla coscienza, sapendo di aver compiuto un passo verso un futuro più pulito e sostenibile.
Dunque, alziamo le nostre borracce come vessilli di un'epoca nuova, una rivoluzione silenziosa che parte dai gesti quotidiani, che sfida l'inerzia del presente e disegna un futuro più luminoso. Il mondo può essere brutto, ma dipende da noi renderlo bello, un sorso alla volta, una scelta alla volta.
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