
In un mondo dove l'innovazione tecnologica avanza a passi da gigante, è con impeto e preoccupazione che ci troviamo di fronte a un nuovo capitolo nell'evoluzione della nostra società. H1, un prodigio di ingegneria elettronica, ha fatto il suo debutto come il primo robot umanoide capace di eseguire un "salto mortale" all'indietro. Ma quale sarà il destino che ci attende nell'arco di un decennio, quando queste macchine entreranno a far parte integrante delle nostre esistenze? Osservate oltre l'orizzonte e immaginatevi!
È imperativo che la popolazione apra gli occhi e comprenda che questo così detto "progresso tecnologico" è destinato a trascinarci inexorabilmente verso il baratro della disoccupazione. Un massacro silenzioso dei posti di lavoro è incombente, con le macchine pronte a sostituire manodopera umana senza alcuna pietà. Le imprese, sempre più affamate di lucro, non esiteranno a preferire un'unica entità di metallo e circuiti in grado di eseguire il lavoro di venti individui. È forse pensabile che queste creazioni siano destinate a deliziare i nostri occhi con acrobazie, mentre nel frattempo spiano per strapparci il pane dalle mani?
Riflettete, prima di acclamare ciecamente questo avvicendamento tecnologico. Meditate sulle conseguenze che esso porterà con sé. La luce accecante dell'innovazione non deve offuscare la nostra capacità di discernimento.
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